martedì 12 marzo 2013

Il Cambiamento in atto e il Futuro della Politica


L'analisi del voto ha evidenziato uno smottamento delle tradizionali appartenenze. Si evince che il cambiamento era già in atto nei territori e nelle classi sociali e che il voto non ha fatto altro che registrarlo. Chi non ha saputo vederlo ha commesso non solo un atto di presunzione (presunzione di una realtà che di fatto non lo era più) ma forse anche un atto di pigrizia. Bisognava affrontare tutto con schemi mentali nuovi. Non e' bastato il richiamo (pur apprezzabile) alla sobrietà e alla serietà non solo perchè tali antichi valori non sono più riconoscibili in una società narcotizzata e spettacolarizzata dal berlusconismo ma anche perché i promotori non sono stati ritenuti credibili.
Il futuro della politica e' in un nuovo radicamento: quello delle idee nelle tante comunità locali, più o meno solidali tra loro.
Non più punti programmatici ma buone prassi amministrative. Non più slogan ad effetto ma ostinata difesa dei beni e servizi pubblici. L'unica reale e percorribile alternativa da opporre alla riduzione del carico fiscale (da fare quando le condizioni economiche lo renderanno possibile) è puntare sulla qualità dei servizi ai cittadini. No meno tasse ma più e migliori servizi. Una dialettica nord-sud che parta dal riconoscimento di una corresponsabilità dei ritardo del Paese ma che inciti ciascuna area geografica a fare la sua parte per lo sviluppo sostenibile dell'intero sistema italiano. Grandi opere solo se servono alle popolazioni e decise sulla base di indicatori contestualizzati ma, soprattutto, un’unica opera di grande ricucitura di un territorio fragile e, nello stesso tempo, di qualità come è quello italiano.
E, infine, le questioni dell'attuale dibattito pubblico da affrontare senza demagogia e senza inseguire vecchi e nuovi populismi: si alla riduzione dei parlamentari e no al finanziamento pubblico dei partiti a condizione che l'intera comunità nazionale si faccia carico della buona politica  consentendo così una rappresentanza equilibrata e non decisa per censo ma su criteri di passione civile e competenza.
Il tutto sarebbe senza fondamento se non accompagnato dalla disponibilità ad un cambiamento dei nostri comportamenti civici in senso virtuoso e responsabile. Una chiamata alla Buona Politica per un cambiamento che passi da una nuova coscienza dei doveri di Buona Cittadinanza.

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