mercoledì 20 marzo 2013

Maggioranza assoluta


In pochi giorni di vita parlamentare, i “cittadini” eletti sono stati messi duramente alla prova dalla stampa nemica e prevenuta. Numerose sono state le trappole disseminate tra una seduta e l’altra dei lavori d’aula con cui si è provato a minare l’intransigenza di coloro che hanno preso posto tra gli scanni più alti dell’emiciclo per manifesta superiorità.
I “grillini parlanti”, però, sono stati all'altezza del compito ad essi affidato: non scegliere, mai. In nessun caso. Sono entrati in politica per non “prendere parte”, convinti che al di fuori del proprio sodalizio ci sia il male. La loro unica preoccupazione è quella di non perdere la presunta verginità. Attenzione anche solo a conoscere i colleghi e a stringergli la mano. Si sa che il Movimento spera di poter fare da solo. Basterà attendere qualche mese, confidare in qualche inciucio tra PDL e PDLmenoelle e i “nostri” avranno la maggioranza assoluta. Ma poi che se ne faranno?

martedì 12 marzo 2013

Il Cambiamento in atto e il Futuro della Politica


L'analisi del voto ha evidenziato uno smottamento delle tradizionali appartenenze. Si evince che il cambiamento era già in atto nei territori e nelle classi sociali e che il voto non ha fatto altro che registrarlo. Chi non ha saputo vederlo ha commesso non solo un atto di presunzione (presunzione di una realtà che di fatto non lo era più) ma forse anche un atto di pigrizia. Bisognava affrontare tutto con schemi mentali nuovi. Non e' bastato il richiamo (pur apprezzabile) alla sobrietà e alla serietà non solo perchè tali antichi valori non sono più riconoscibili in una società narcotizzata e spettacolarizzata dal berlusconismo ma anche perché i promotori non sono stati ritenuti credibili.
Il futuro della politica e' in un nuovo radicamento: quello delle idee nelle tante comunità locali, più o meno solidali tra loro.
Non più punti programmatici ma buone prassi amministrative. Non più slogan ad effetto ma ostinata difesa dei beni e servizi pubblici. L'unica reale e percorribile alternativa da opporre alla riduzione del carico fiscale (da fare quando le condizioni economiche lo renderanno possibile) è puntare sulla qualità dei servizi ai cittadini. No meno tasse ma più e migliori servizi. Una dialettica nord-sud che parta dal riconoscimento di una corresponsabilità dei ritardo del Paese ma che inciti ciascuna area geografica a fare la sua parte per lo sviluppo sostenibile dell'intero sistema italiano. Grandi opere solo se servono alle popolazioni e decise sulla base di indicatori contestualizzati ma, soprattutto, un’unica opera di grande ricucitura di un territorio fragile e, nello stesso tempo, di qualità come è quello italiano.
E, infine, le questioni dell'attuale dibattito pubblico da affrontare senza demagogia e senza inseguire vecchi e nuovi populismi: si alla riduzione dei parlamentari e no al finanziamento pubblico dei partiti a condizione che l'intera comunità nazionale si faccia carico della buona politica  consentendo così una rappresentanza equilibrata e non decisa per censo ma su criteri di passione civile e competenza.
Il tutto sarebbe senza fondamento se non accompagnato dalla disponibilità ad un cambiamento dei nostri comportamenti civici in senso virtuoso e responsabile. Una chiamata alla Buona Politica per un cambiamento che passi da una nuova coscienza dei doveri di Buona Cittadinanza.

domenica 10 marzo 2013

Un Grillo per tutte le stagioni. Ripartiamo dalla Buona Politica, senza leader carismatici


In quanti abbiamo assistito all'affermarsi di diversi populismi nel nostro Paese: prima il leghismo e poi il berlusconismo? Oggi, siamo ancora disposti a fare da spettatori all'ascesa del nuovo “moraleggiatore”?
Il grillo della mia infanzia era quello della favola di Collodi che rimproverava Pinocchio (per cui tutti facevamo il tifo) e lo richiamava ai suoi doveri di buon figliolo e alunno diligente.
In adolescenza, il Grillo televisivo stigmatizzava, con un’apprezzabile lucidità ed ironia, i nostri comportamenti, quelli dell’italiano medio che nel mondo è riconosciuto per i luoghi comuni e i difetti tipici di un popolo che mai ha saputo coniugare genio a senso civico e rispetto per il bene pubblico. Dissacrante e dissacratore, ha introdotto il format dello “one man show” e anticipando il successo della futura televisione fatta di delazioni e denunce qualunquiste (da “Striscia la Notizia” in giù), già a quel tempo si scagliava contro l’informazione e la politica.
Poi, da adulto, l'ho ritrovato nei palazzetti dello sport cittadini a tenere monologhi sempre più simili a comizi, senza alcun “vincolo di mandato”, lasciando che alle sue denuncie facessero seguito proposte, più o meno stravaganti, prese a prestito da sedicenti (o seducenti) studiosi e scienziati promossi per essere fuori dal sistema scientifico internazionale.
Infine, la svolta populista: nelle piazze mentre, a Bologna, si tuffa tra le braccia della folla in delirio, al grido di “vaffanculo” o, a nuoto, tra le acque dello Stretto di Messina, come nei più classici filmati dell’Istituto Luce degli anni venti.
Ciò che mi preoccupa maggiormente di Grillo è la semplicità con cui attribuisce le responsabilità dei problemi agli altri. La forza del suo movimento è tutto nell'energia distruttiva del sistema attuale e individua il cambiamento nell'azzeramento delle istituzioni e dei valori costituzionali, senza che nessun dubbio possa essere sollevato sulla responsabilità che ciascuno dei suoi “cittadini adepti” possa aver avuto, con il proprio silenzio, con la complicità del voto clientelare o semplicemente con la propria indifferenza.
L’obiezione che la sua strategia comunicativa serve a proteggere i nuovi parlamentari dagli attacchi strumentali dei media (quante volte abbiamo già sentito queste parole?) non mi convince. Ma si può proteggere il pressapochismo e l’incompetenza? Quando, i tanti nuovi eletti, illuminati dal Verbo, saranno in grado di camminare da soli, senza la guida di un non eletto?
In un dibattito televisivo ho sentito paragonare Grillo ad “un’arma di distruzione di massa” per la forza con cui starebbe imponendo il cambiamento. Una volta devastato il Paese e ridotto in macerie a chi toccherà ricostruirlo?
Auguro ai grillini di realizzare i loro sogni ma a patto che non diventino incubi per il resto della popolazione. Fermiamo il populismo prima che, ancora una volta, sia troppo tardi e, in attesa del futuro (più o meno prossimo) voto,  RIPRENDIAMOCI L’ITALIA!